Per evitare di fornire agli Stati Uniti dei dati riservati la Francia ha deciso di dire addio al browser Chrome di Google sui suoi sistemi informatici nazionali
20 Novembre 2018 - Che i francesi non apprezzino particolarmente tutto quello che non è stato ideato o prodotto entro i loro confini è cosa risaputa, ma la scelta della Francia di dire addio a Google sembra comunque un po’ drastica. Eppure è quello che sta accadendo all’interno delle massime organizzazioni transalpine.
Sia l’Assemblea nazionale francese che il ministero dell’esercito della Francia hanno deciso di direaddio al motore di ricerca di Google all’interno dei loro sistemi informatici. Al suo posto le istituzioni transalpine hanno iniziato a utilizzare Qwant, un motore di ricerca che, neanche a dirlo, è prodotto anche da sviluppatori francesi e tedeschi. La scelta, apparentemente poco comprensibile, si spiegherebbe nei termini di maggior privacy e riservatezza ch Qwant garantisce ai suoi utenti: a differenza di Google, infatti, il motore di ricerca franco-teutonico non archivia dati e informazioni sulle attività degli utenti, così da poter proporre pubblicità ad hoc. La Francia, inoltre, ha giustificato la scelta dicendo di non voler diventare nel corso del tempo schiava di colossi informatici statunitensi o cinesi e sta lavorando per avere delle alternative francesi ai principali servizi della Rete.
La minaccia digitale e lo spionaggio internazionale
La scelta della Francia non è casuale e sicuramente non è dettata esclusivamente da uno spirito nazionalista che vuole premiare i servizi realizzati d’oltralpe. Lo scopo dell’abbandono di Google all’interno dei sistemi informatici nazionali è relativo all’ultimo scandalo di cyber-spionaggio internazionale che riguarda gli Stati Uniti. Secondo molti esponenti del governo francese, infatti, con l’ultima legge, il cosiddetto Cloud Act, gli Stati Uniti potrebbero accedere ai dati immagazzinati dai vari servizi cloud statunitensi da parte di qualsiasi utente mondiale.
La Francia ha preso a cuore la questione sulla sovranità digitale di una nazione, ossia la capacità di un un paese nel gestire e nel controllare i propri dati e quelli dei propri cittadini. In Francia tutto è iniziato con Edward Snowden. Nel 2013, quando l’informatore americano rivelò che la NSA stava spiando i leader stranieri e da allora diversi parlamentari francesi hanno iniziato a parlare di contromisure da prendere in fretta come singola nazione e come Europa per evitare di diventare delle “colonie” digitali di altri Paesi. Non è un caso che anche in tempi recenti il presidente francese Emmanuel Macron è stato particolarmente esplicito nel reclamare l’indipendenza della Francia dalle società tecnologiche straniere, specialmente in materia di protezione dei dati.