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Honor View 20, recensione: addio notch, fotocamera e autonomia ai massimi livelli

È davvero difficile parlar male di Honor View 20. Ci si può attaccare al design, forse un po' tamarro, o alle dimensioni che non sono proprio compatte; ma sarebbero tutte valutazioni soggettive. La realtà è che il nuovo flagship è un dispositivo al top in tutte quelle aree che servono, uno smartphone che potrebbe resistere alla prova del tempo grazie alle sue soluzioni innovative. Peccato solo che in Italia costa 699€ di listino.

Recensione Honor View 20

Con Honor View 20 l'azienda cinese parte di Huawei ha voluto anticipare i tempi, proponendo prima della concorrenza, e anche della stessa Huawei, alcune soluzioni innovative. Dopo la pletora di smartphone rilasciati nel 2018 con la ormai onnipresente "notch", Honor ha voluto sbarazzarsi della tacca inserendo una fotocamera frontale in-screen all'interno di un piccolo foro dal diametro di 4,5 millimetri. La capsula telefonica si trova sulla parte superiore, fra vetro e frame in metallo, e a rompere l'armonia della parte frontale troviamo solo quel foro.

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Lo smartphone è stato presentato a fine 2018 in Cina, per poi arrivare dopo qualche settimana anche in Europa con un lancio a Parigi in cui sono stati annunciati i prezzi per i nostri mercati. È stato allora che abbiamo scoperto forse la nota più dolente di questo dispositivo, almeno in Italia: all'interno dello Stivale, infatti, avremo solo la versione al top della gamma con 8 GB di RAM e 256 GB di storage. Questo significa che il prezzo non sarà proprio democratico, soprattutto considerando i trascorsi dell'azienda cinese: in Italia Honor View 20 potrà essere acquistato solo ed esclusivamente a 699€ se ci si affida ai canali ufficiali.

Intendiamoci: non è un prezzo elevato per un dispositivo di questa caratura, ma da Honor ci saremmo aspettati una strategia più aperta a tutti, a favore di un listino più basso. Il dispositivo fa uso di una serie di moderne tecnologie, facendo da apripista in più campi, e non solo per quanto riguarda il foro frontale: ad esempio potremmo parlare della fotocamera posteriore da ben 48 MPcon tecnologia AI Ultra Clarity che promette (e mantiene) un livello di dettaglio impressionante in qualsiasi condizione di luce. Al suo fianco c'è inoltre una fotocamera secondaria definita TOF 3D, con 3D Motion-Controlled Gaming.

Il modulo supplementare posteriore introduce diverse feature, oltre a mantenere la possibilità di eseguire lo sfocato nei ritratti e nelle fotografie in cui il soggetto va separato artisticamente dallo sfondo. Abbiamo ad esempio la possibilità di scansionare in tre dimensioni gli oggetti dell'ambiente circostante, oppure utilizzare View20 come se fosse un controller alla stregua di Kinect. Se posto davanti ad un soggetto alla giusta distanza, infatti, il device può analizzarne tutti i movimenti e riprodurli con una buona precisione all'interno dell'ambiente tridimensionale, sia esso un videogioco, sia essa un'esperienza di altro tipo.

Abbiamo, inoltre, il supporto allo slow-motion a 960 fps, e un modulo frontale da 25 MP con obiettivo f/2.0, supporto al bokeh e HDR. Fra le caratteristiche di Honor View 20 va assolutamente menzionata la presenza di Kirin 980, il primo processore a 7-nm in campo Android. Ricordiamo brevemente la sua architettura: ci sono quattro core Cortex-A76 di cui due a 2,6 GHz e gli altri due a 1,92 GHz, e quattro core Cortex-A55 a 1,8 GHz. Ma non è tutto: la caratteristica peculiare del SoC di Huawei è la doppia NPU, che consente di eseguire i calcoli di IA in locale al doppio delle prestazioni rispetto alla passata generazione.

Tornando al display, abbiamo un pannello IPS (quindi niente sensore d'impronte sotto-vetro, è dietro) con diagonale di 6,4", risoluzione Full HD+ (2310x1080 pixel) e con tecnologia definita "All-View". Si tratta di un modo creativo per sottolineare l'assenza della notch, con il foro da 4,5mm che è l'unica distrazione quando si guarda un'immagine su questo pannello e con la possibilità di raggiungere, di conseguenza, un rapporto schermo-cornici elevatissimo, pari al 91,8% secondo quanto dichiarato dal costruttore. Fra le porte a disposizione ci sono una USB Type-C per la ricarica, e una da 3,5mm per cuffie e microfono.

Sotto la scocca abbiamo inoltre una batteria da 4.000 mAh con ricarica rapida attraverso l'adattatore fornito in dotazione da 4.5V/5A, capace di portare il dispositivo dallo 0 al 55% in 30 minuti. Fra le caratteristiche tecniche troviamo inoltre il supporto al Wi-Fi ac con un sistema di antenna tripla, Bluetooth 5.0, NFC, Dual-SIM, doppio modulo per il GPS gestito dall'intelligenza artificiale, sensore d'impronte posteriore, riconoscimento del volto (ma solo 2D tramite la fotocamera anteriore, quindi non affidabile al 100%) e, tecnologia GPU Turbo 2.0, che consente di ottimizzare prestazioni ed efficienza con i videogiochi con grafica 3D.

Design, software ed esperienza d'uso

Il design di Honor View 20 è senza dubbio curato e innovativo, tuttavia è destinato immancabilmente a dividere la critica: per il suo attuale flagship l'azienda ha scelto una particolare tecnica nanolitografica capace di riprodurre una texture "luminosa" a forma di V, per richiamare il nome del dispositivo sul retro, ben fatta e di sicuro impatto estetico. Lo smartphone viene proposto in Italia nei colori Midnight Black, Sapphire Blue e nella versione Moschino Phantom Blue: sono tutte molto belle, ma anche troppo appariscenti. Persino il nero propone una sorta di effetto luminoso a più colori, e non fa della sobrietà il suo punto di forza.

Con View 20 Honor si rivolge quindi ad un pubblico giovane che ama le estetiche forti e aggressive, lasciando un po' fuori chi apprezza principalmente le estetiche più sobrie e meno sgargianti. Sulla parte frontale è da encomiare la volontà di innovazione della compagnia: come abbiamo già detto non abbiamo nessuna notch e nessuna distrazione né durante la navigazione online, né per quanto riguarda la visione di foto e video, a parte il piccolo foro nella parte in alto a sinistra. Per quanto riguarda le restanti parti estetiche e funzionali abbiamo una scocca posteriore in vetro con frame in metallo e l'assenza della certificazione IP.

Lo smartphone dispone di un sensore d'impronte nella parte posteriore, di un jack audio da 3.5 mmche è ormai sempre più difficile da trovare nei top di gamma e di un'ergonomia che è a nostro avviso più che buona nonostante le ampie dimensioni nel display. Nella dotazione originale non abbiamo cuffie, ma abbiamo una custodia trasparente che non nasconde l'esuberanza della finitura posteriore, e che ovviamente va sfoggiata con decisione. Da segnalare, inoltre, il motore aptico che non dà una sensazione "premium" durante l'uso.

Lo smartphone fa uso di quella che viene chiamata Magic UI 2.0.1, che riprende fedelmente l'interfaccia utente EMUI tipica dei dispositivi Huawei cambiando solamente in alcune scelte cromatiche e stilistiche. Ci sembra eccessivo utilizzare un nome esclusivo per la "nuova" interfaccia, ma probabilmente il cambio di nomenclatura indica la volontà di Honor di separare lo sviluppo e presentare nuove funzionalità (e temi stilistici) all'interno dei suoi prodotti in contrapposizione di quelli (più seriosi) della casa madre. Le funzionalità sono quelle della EMUI, con il foro che a volte viene "sfruttato" nell'interfaccia software.

Ad esempio durante le chiamate non avremo la tipica barra superiore di colore verde, né un'icona nella stessa barra di notifica di Android. Honor ha scelto invece di circondare la fotocamera frontale con un piccolo inserto di colore verde per ricordare all'utente che è nel bel mezzo di una chiamata vocale. Magic UI promette inoltre "ottimizzazione continua", attraverso algoritmi di intelligenza artificiale che apprendono sulla base delle abitudini dell'utente per offrire un'esperienza sempre ottimizzata anche dopo lunghi periodi d'utilizzo.

Prestazioni, display, autonomia: analisi tecnica

Honor View 20 implemente il processore Kirin 980 che, al momento del debutto sul mercato, è il più veloce fra quelli presenti su terminali Android. Si tratta inoltre del primo processore mobile a 7-nm fra quelli disponibili sul robottino verde, ed è basato su tre cluster differenti. il principale utilizza 2 core Cortex-A76 con frequenza operativa da 2,6 GHz, ed è abbinato ad un processore secondario con 2 core, sempre Cortex-A76, con frequenza operativa leggermente ridotta (1,92 GHz). Abbiamo infine un terzo cluster con altri quattro core Cortex-A55, pensati per il risparmio energetico, con frequenza operativa di 1,8 GHz.

Caratteristca peculiare di Kirin 980 è la doppia NPU (Neural Processing Unit), ovvero due unità dedicate ai calcoli di Intelligenza Artificiale, che possono quindi avvenire in locale sfruttando i vantaggi della computazione via hardware. L'IA viene utilizzata in diversi frangenti, dall'ottimizzazione delle prestazioni del terminale , al riconoscimento dei soggetti nell'inquadratura della fotocamera, e il tutto avviene in maniera sostanzialmente invisibile per l'utente. Si tratta della piattaforma hardware che abbiamo visto su Mate 20 Pro e Mate 20, capace di garantire ottime prestazioni nel corso del tempo.

C'è poi il supporto nativo a GPU Turbo 2.0, la tecnologia che consente di ottenere prestazioni superiori con i videogiochi grazie all'uso dell'Intelligenza Artificiale e dell'ottimizzazione delle risorse investite dalla GPU per il rendering delle immagini tridimensionali. Il risultato è, secondo quanto rivelato dalla compagnia, di un boost del 36% in termini di performance, soprattutto nelle sessioni di gioco più durature dove solitamente interviene il throttling delle frequenze operative per via dell'aumentare delle temperature. Con GPU Turbo 2.0 il fenomeno dovrebbe essere significativamente limitato, anche grazie all'uso di un sistema di raffreddamento a liquido a "S", che raffredda non solo il SoC ma anche l'area intorno.

Di seguito riportiamo i benchmark che abbiamo eseguito con il terminale: in rosso e contrassegnati con il suffisso (P) trovate i benchmark eseguiti attivando la Modalità Prestazioni. Come avveniva con Mate 20 e Mate 20 Pro Huawei ha scelto di privilegiare l'autonomia su singola carica utilizzando il dispositivo con impostazioni di default (che sono quindi particolarmente conservative in termini di gestione delle frequenze di CPU e GPU), mentre per scatenare tutta la potenza di Kirin 980 è necessario attivare la Modalità Prestazioni: in questo modo Honor View 20 supera tutti i competitor Android e va di pari passo ai due flagship della casa madre.

Abbiamo già parlato parecchio del display di Honor View 20, del fatto che ha un rapporto schermo-cornici piuttosto elevato grazie al design All-View e grazie al foro per la fotocamera frontale che sostituisce la notch. Parliamo adesso di qualità: quello del nuovo flagship cinese è un ottimo pannello in termini di saturazione dei colori, abbastanza preciso e fedele e capace di coprire quasi per intero lo spazio colore DCI-P3.

Si nota una leggera tendenza verso le tonalità fredde, caratteristica assolutamente usuale nella categoria, ma c'è la possibilità di smorzare il carattere del display attraverso le impostazioni (e in maniera decisamente semplice). Il pannello di View 20 pecca un po' in termini di luminosità, con i 460 nits che abbiamo misurato che sono sufficienti per l'uso anche all'aperto, ma inferiori rispetto a molti dei concorrenti diretti. Il rapporto di contrasto è invece molto elevato e ha sfiorato quota 1100:1 nelle nostre misurazioni.

View 20 ha delle ottime prestazioni, un ottimo display LCD IPS con soluzioni di design innovative, e molto altro, ma dove eccelle è nell'autonomia operativa. Con questo smartphone si possono tranquillamente raggiungere le due giornate, e la giornata intera è garantita anche se si fa un uso estremo del terminale. Nel nostro test in navigazione Wi-Fi ha sfiorato le 14 ore di display acceso, valore ottenuto impostando a 200 nits la luminosità del pannello. Si tratta di un risultato che pone il nuovo flagship di Honor nella metà alta della classifica, insieme ad altri terminali "instancabili". È molto efficace anche la ricarica rapida dell'unità da 4.000 mAh installata, anche se naturalmente non si raggiungono le prestazioni del caricabatterie da 40W offerto in dotazione con Huawei Mate 20 Pro.

Fotocamera

Al posteriore Honor View 20 utilizza un setup a doppio modulo per quanto riguarda la fotocamera principale, e per la prima volta viene adottato il Sony IMX586 da 48 MP, un sensore CMOS da 1/2" e pixel da 1,6μm in array Quad Bayer che consente di rilevare un quantitativo di luce maggiore senza artefatti.

Grazie al supporto delle NPU di Kirin 980, Honor ha implementato una tecnologia di Ultra Clarity basata sull'IA per ottimizzare i dettagli e la chiarezza delle immagini, che è a nostro avviso il vero valore aggiunto di questo dispositivo in ambito fotografico. Con la modalità Ultra chiarezza vengono scattate diverse immagini da 48 MP in tempistiche estremamente ridotte, e tramite IA vengono raccolti i dettagli da ogni scatto e creata una singola immagine da 48 MP. Nelle nostre prove il sistema ha funzionato molto bene, rilevando il movimento in maniera ottimale e non proponendolo nell'immagine, che rimane sempre "congelata" così come ci si aspetterebbe da uno scatto standard. In seguito l'IA analizza l'immagine e tramite un "algoritmo avanzato" riesce a ottimizzare i dettagli nelle aree più scure regolando i colori per renderli più vividi.

Il sensore da 48 MP viene abbinato al posteriore ad una fotocamera 3D, che riesce a percepire le distanze dei vari elementi della foto. Il modulo supplementare può scansionare e riconoscere gli oggetti con la modalità 3D Shaping separandoli dallo sfondo, e può inoltre catturarne il movimento ed utilizzarlo per scopi innovativi. Honor View20 può infatti essere utilizzato come se fosse il controller di una console, anche se solo abbinato a videogiochi compatibili: la fotocamera del device è capace di interpretare quasi tutti i movimenti del giocatore riproducendoli nell'ambiente tridimensionale di gioco. Al momento del lancio i primi a garantire il supporto di questa particolare modalità sono Fancy Skiing e Fancy Darts.

La fotocamera frontale che, come abbiamo già detto, viene incastonata nel pannello frontale all'interno di un foro trasparente, implementa un sensore da ben 25 MP: nonostante la particolare integrazione, però, Honor assicura che sono state mantenute struttura e robustezza rispetto ai modelli tradizionali.

La fotocamera posteriore di Honor View 20 rappresenta uno degli aspetti più innovativi del nuovo flagship, soprattutto per quanto concerne la modalità Ultra Chiarezza AI che, come possiamo vedere attraverso i nostri scatti di prova, riesce ad aggiungere dettaglio reale alle foto scattate sia rispetto alle foto scattate a risoluzione piena (48 MP), sia nella modalità a 12 MP. Nonostante il tempo richiesto per ogni scatto (2-3 secondi) la stabilizzazione è oltremodo efficace in tutte le circostanze, con la tecnologia che è capace di sfornare uno scatto nitido e stabilizzato anche se ci si sta muovendo, o anche se a muoversi è uno dei soggetti inquadrati (l'IA a quanto pare riesce a stabilire quali sono i frame migliori, escludendo quelli in cui è presente del movimento). Quando si può utilizzare la modalità (contesti statici come panorami, ma anche ritratti, in tutte quelle circostanze in cui non dobbiamo "cogliere l'attimo"), la fotocamera di Honor View 20 è la migliore che abbiamo mai provato nei nostri test. Di contro disattivando la modalità i risultati restituiti sono senza dubbio buoni, ma non ai livelli di altri flagship.

Considerazioni finali

Honor View 20 è uno smartphone che innova in diverse aree, anticipando di qualche settimana alcune delle tendenze che vedremo nei prossimi mesi. La più visibile è indubbiamente l'assenza della notch a favore del foro che racchiude la fotocamera per selfie e videochiamate, ma ci sono anche altre ottime novità. Fra queste la fotocamera posteriore da 48 MP che non sorprende solo per l'elevatissimo livello di dettaglio che riesce a catturare, ma anche e soprattutto per l'ottima modalità Ultra Chiarezza AI. Lo smartphone utilizza sensori e Intelligenza Artificiale per scattare la foto perfetta, e ci riesce nella stragrande maggioranza dei casi in cui è possibile aspettare qualche secondo senza perdere l'attimo.

Con la modalità attiva si riesce ad avere una foto ben esposta, con un ottimo bilanciamento cromatico e un ottimo equilibrio fra luci e ombre, con dettagli sempre in vista. E anche il livello di stabilizzazione ottenibile con l'Ultra Chiarezza è impressionante: possiamo addirittura muoverci volontariamente durante i due o tre secondi dell'esecuzione della foto, ma l'immagine sfornata rimane sempre nitida e dettagliata.

Queste due tecnologie, unite ad un'ottima autonomia operativa, si congiungono a quanto di buono hanno portato Huawei e Honor sul mercato negli ultimi mesi: quindi Kirin 980, un software di base forse esteticamente poco ricercato ma comunque ottimizzato, fluido ed estremamente affidabile, una qualità costruttiva al top e un'estetica aggressiva che potrebbe non piacere, ma che comunque vanta una qualità costruttiva e soluzioni ai vertici della categoria. E non manca il jack audio da 3.5mm per la connessione di cuffie e microfono.

Ci sono anche degli aspetti negativi: Honor View 20 è un top di gamma e costa poco più della metà rispetto ai dispositivi concorrenti in termini di hardware ed innovazione tecnologica, tuttavia da Honor ci saremmo aspettati di più. Non ci è piaciuto il fatto che in Italia arriva solo nella versione con 8 GB di RAM e 256 GB di storage, fattore che fa schizzare il prezzo a 699€. La fotocamera posteriore, inoltre, benché molto curata e fra le migliori, non implementa nessuna modalità di zoom ottico o nessun obiettivo ultra grandangolare; e manca anche la certificazione IP.

Nonostante questi difetti Honor View 20 rimane fra i dispositivi più innovativi di questo momento ed èil più avanzato in termini puramente tecnologici, e fino al Mobile World Congress (fine febbraio) dovrebbe mantenere tranquillamente questo primato.

PRO

Niente notch! Display All-View

Ottima fotocamera posteriore

Ottima autonomia in uso e in stand-by

Prestazioni elevate

Design aggressivo

Jack audio da 3,5mm

CONTRO

Il design aggressivo potrebbe non piacere

In Italia non c'è la versione di base

No zoom o ultra-grandangolo nella fotocamera

No certificazione IP