Prima resiste un po', poi si curva dolcemente fino ad un rassicurante click. Abbiamo provato il Mate X di Huawei, il primo foldable 5G. Che dire? Wow
“Possiamo davvero piegarlo?” Siamo un po’ timidi di fronte al manager Huawei che ha aperto la giacca e, dopo aver estratto dal taschino il Mate X, ce lo ha lasciato tra le mani. Nel nostro immaginario uno schermo non si piega: sono anni che gli schermi sono rigidi, incredibilmente rigidi. Huawei e Samsung hanno rotto questo schema, e tra qualche mese prodotti come il Mate X e il Galaxy Fold potranno finire anche nelle nostre tasche.
Tornando alla domanda iniziale, la risposta è stata sì, e così abbiamo fatto. L’impressione di poter “rompere” qualcosa svanisce dopo pochi secondi: il meccanismo di chiusura si lascia andare fluido, e dopo una leggerissima resistenza iniziale il Mate X si piega su se stesso tra le nostre mani.
Al termine si sente un piccolo click, conferma che il “tablet” è perfettamente chiuso e ora ci troviamo davanti uno smartphone sulla screen.
La cerniera è fluida, ma oppone una certa resistenza: come ogni meccanismo di questo tipo è sempre difficile trovare un giusto bilanciamento, e una cerniera di questo tipo deve comunque mantenere lo smartphone nella posizione in cui lo si lascia, non può avere giochi. Non aspettatevi quindi una piega facile, un piccolo sforzo serve; difficile dire se con l’uso diventerà più fluida, magari dopo un po’ di rodaggio, probabilmente no, il sistema di ingranaggi è stato pensato proprio per evitare un movimento troppo molle o a scatti. L’unico tipo di cerniera che ci ricorda quella del Mate X è forse quella di Surface Book, ma sono comunque due sensazioni diverse.
Peso bilanciato, e tra le mani qualcosa di solido
Il Mate X è leggero, ma non è leggerissimo: giusto per avere un metro di paragone il peso dovrebbe essere paragonabile a quello dell’iPhone XS Max. E onestamente ci è sembrato di avere tra le mani un dispositivo anche più solido e duraturo di altri smartphone “leggeri”. La batteria è da 4500 mAh, anche se sarebbe meglio parlare di batterie: sono due, divise tra le due metà in modo da bilanciare i pesi.
La presa più naturale è con la destra (ci sarà una modalità mancini?) per assecondare la M-Bar, ma anche afferrandolo tra le due mani il peso appare bilanciato perfettamente al centro. Non esistono posizioni fisse, se non quella di chiusura e di apertura totale, e tutte le posizioni intermedie possono essere sfruttate: con un angolo di 45° può essere appoggiato sul tavolo, e il manager Huawei ci spiega che le applicazioni potranno sfruttare tutte le diverse modalità di appoggio.
Un Mate X appoggiato sul comodino potrebbe fare da orologio mentre si carica la notte, e non è escluso che in futuro si possa giocare a Forza 4 o a Battaglia Navale con un amico usando i due schermi, entrambi attivi sui due lati.
Mate X gestisce tutti gli orientamenti una volta aperto, come un vero tablet: l’interfaccia si adatta tra portrait e landscape, anche se l’aspect ratio di 8:7.1 rende le due modalità di utilizzo molto simili.
Il passaggio dalla modalità “smartphone”, con il solo schermo frontale visibile, e quella tablet è rapido e immediato, con l’interfaccia che si adatta in una frazione di secondo. Stiamo ancora provando una versione preliminare del software, e siamo certi che l’interfaccia guadagnerà diverse funzionalità aggiuntive per assecondare la flessibilità del dispositivo.
Schermo brillante, e la piega (se c'è) non si vede affatto
Lo schermo OLED è ricoperto di un substrato plastico: al tocco è leggermente più caldo del vetro che troviamo su alcuni dispositivi, ma l’impatto visivo, sia per angolo di visione sia per resa cromatica è analogo. Il touch & feel è simile a quello di un ottimo smartphone con trattamento oleofobico, e scorrendo le dita da una parte all’altra lo schermo, anche aperto, appare assolutamente liscio. In moltissime foto e video, anche noi lo avevamo notato, si può vedere da una certa angolazione una sorta di piega centrale: in realtà usandolo, anche con schermate uniformi, il display non ha nulla di diverso dallo schermo di un tablet ricoperto da un vetro.
Nessuna “onda”, nessuna linea, tutto perfettamente dritto e liscio. Sembra di usare un tablet. Anzi, per vedere le foto e per i video, abbiamo provato rapidamente, lo schermo plastico sembra un po’ meno riflettente di un vetro e questo non è affatto un male, anzi. Restano i dubbi già sollevati su un possibile consumo asimmetrico del pannello OLED, e sulla resistenza ai graffi: se un polimero plastico è infatti più elastico e assorbe meglio una eventuale caduta, la possibilità graffiarlo o scalfirlo è sicuramente maggiore.
Risultato? Wow. I “foldable” non saranno perfetti, sono sempre la prima generazione, ma provare a cercare un qualcosa che fino ad oggi era l’oggetto inflessibile per eccellenza restituisce una sensazione unica. La prima piega non si scorda mai.