Chi acquista un smartphone sotto i 200 Euro, sa benissimo che dovrà scendere a diversi compromessi rispetto ad un top di gamma. Una delle maggiori differenze è la qualità della fotocamera, motivo per cui abbiamo provato il nuovo Huawei P Smart, per capire il livello raggiunto anche in questa fascia di prezzo
All'atto dell'acquisto di uno smartphone salta chiaro all'occhio l'enorme differenza che può esserci fra un modello e l'altro a livello di prezzo. Omettendo i modelli sotto i 100 Euro di marchi semisconosciuti, si possono tranquillamente notare sugli scaffali smartphone che vanno dai 150-200 Euro fino ai ben oltre 1000 Euro, spesso dello stesso brand. In passato un telefono sotto i 200 Euro costringeva a scendere a moltissimi compromessi: poca RAM, memoria interna scarsa, display a bassa risoluzione, processore decisamente poco potente ma soprattutto un comparto fotocamere veramente minimale, sia come caratteristiche che come qualità.
Questo articolo vuole essere una specie di test per capire se e quanto la situazione sia cambiata nel comparto fotografico, dando per scontato che alcune caratteristiche base si siano man mano livellate verso l'alto. Il modello Huawei P Smart 2019, utilizzato per questo test, vanta infatti 3GB di RAM, 64GB di memoria interna tra l'altro espandibile, un bel display da 6,21 pollici da 2340x1080pixel, batteria da 3400mAh e processore Kirin 710, costando meno di 200 Euro. Sono caratteristiche di fascia media, almeno quella di poco tempo fa, motivo per cui resta aperta la questione fotocamere: c'è ancora quell'immensa differenza con i modelli che costano 6 volte tanto?
Prima di giungere a conclusioni affrettate meglio dirlo subito: sì, ovviamente ci sono differenze e anche notevoli in certi casi, come è ovvio supporre. Più che altro riteniamo interessante capire quanto le fotocamere di smartphone abbastanza economici siano migliorate nel tempo rispetto ai modelli della stessa fascia di prezzo. Insomma, si vuole capire se la qualità fotografica di questi modelli sotto i 200 Euro sia ancora un compromesso inevitabile a cui scendere, o se oggi è possibile fare scatti di buona qualità anche con questi.
Già, perché nel frattempo è successo qualcosa di davvero importante il cui potenziale è solo agli inizi: stiamo parlando della AI, Intelligenza Artificiale, sempre più utilizzata in ambito fotografico sugli smartphone, non solo top di gamma. Passiamo quindi ad un test sul campo, non prima di aver analizzato brevemente la dotazione di fotocamere del nostro Huawei P Smart 2019.
Fotocamere: non tanti Mpixel ma con AI
Come tipico del settore in cui Huawei P Smart ricade, è lecito attendersi un numero di Mpixel non certo ai livelli dei top di gamma, pur rimanendo sempre valida l'affermazione che i Mpixel non sono tutto, anzi. Nel comparto smartphone abbiamo assistito, come in altri casi, ad un graduale aumento dei Mpixel, ma contemporaneamente anche ad un adeguamento su valori di 13-20Mpixel con una qualità più elevata rispetto a molti sensori che, valori di targa alla mano, di Mpixel ne vantavano di più. Sui telefoni come Huawei P Smart di solito troviamo una fotocamera al posteriore e una nella parte anteriore, ma in questo caso invece sono due quelle posizionate su retro, seguendo uno schema già visto su altri modelli di rango più elevato.
Posteriore: 13Mpixel + 2Mpixel
Sono due le fotocamere posteriori, una rarità per questa fascia di prezzo. Quella principale è una 13Mpixel, affiancata da una da 2Mpixel dedicata alla profondità, come ad esempio per ricreare l'effetto bokeh per i ritratti. Una cosa importante da dire: attivando la AI non vengono più create immagini a 13Mpixel (4160x3120 pixel), con rapporto 4:3, le dimensioni finali saranno 3264x2448 pilxel, ovvero una da 8Mpixel sempre con rapporto 4:3, l'unica tra l'altro con AI attivata. Disattivando la AI si hanno anche a disposizione foto scattate a 10Mpixel quadrate (3120x3120 pixel) oppure da 8Mpixel ma con rapporto 18,7:9, 4160x2000 pixel. Si può notare in foto un flash a led, proprio di fianco alle due fotocamere.
Attivando la AI, però, si apre un mondo di scene che lo smartphone è in grado di interpretare, con un miglioramento sulla carta notevole rispetto agli scatti "normali". Vedremo poi alcune differenze, per capire se vale la pena perdere qualche Mpixel in favore della AI.
Anteriore a tutto selfie: 8Mpixel con AI e 8 scene
La fotocamera frontale è una 8Mpixel, anche in questo caso con AI attivabile o meno (così come il bokeh), ma in questo caso gli scatti sono sempre da 8Mpixel 3264x2448 pixel e rapporto 4:3. Huawei dichiara 8 scenari riconoscibili in ambito selfie, promettendo conseguenti miglioramenti su diversi fronti come ad esempio enfasi o attenuazione di colori dello sfondo e via dicendo.
Manca un flash dedicato, sebbene l'impostazione della videocamera frontale preveda una modalità che, in caso di bassa luce percepita, limita a uno spazio ridotto l'anteprima a schermo, dedicando una generosa porzione a uno sfondo bianco utilizzato per illuminare (un po') la scena, ovviamente per soggetti molto vicini alla fotocamera.
Huawei P Smart 2019 alla prova dei fatti
L'interfaccia della fotocamera è intuitiva, sebbene questo accomuni un po' tutti gli smartphone in circolazione. L'icona per l'attivazione della AI si trova in alto e risulta colorata quando è attivata, bianca quando non lo è. In caso di riconoscimento di una scena, nella parte bassa dell'anteprima appare un'icona a cerchio, preceduta per qualche secondo dal nome per esteso (nel caso sopra a sinistra, "cielo blu"). Utilizzando la fotocamera frontale si possono attivare direttamente, oltre alla AI, anche l'effetto bokeh (iconcina nella parte bassa a sinistra dell'inquadratura di anteprima), illuminazione (al centro) e livello di "bellezza", con scala da 0 a 10, come già visto in moltissimi altri casi. Sempre disponibili le opzioni (ingranaggio in alto a destra) e l'attivazione o meno del flash, che ricordiamo essere reale nel posteriore e simulato con schermo bianco per quanto riguarda la parte anteriore.
Nelle normali fotografie diurne e soprattutto di paesaggio, in cui il cielo occupa una porzione importante dell'inquadratura, la AI applica in tempo reale già in anteprima prima dello scatto una saturazione generale dei colori.
Il programma "Cielo blu", per la precisione, satura in particolar modo proprio il blu-azzurro, restituendo una fotografia sicuramente più apprezzabile rispetto a quella più "slavata" che abbiamo scattato disabilitando la AI.
Il programma "Alba-tramonto" opera in maniera ancora più efficace. Oltre alla saturazione delle tonalità calde, senza esagerazioni viste in altri terminali, opera anche un apprezzabile recupero delle ombre (si noti il molo in pietra ma anche lo scafo delle barche). Il risutato è decisamente buono, considerando che la finalità di uno smartphone, soprattutto in questa fascia, è quella di una fotocamera "Punta e scatta".
Ottimi riscontri anche dal programma "Notte", sebbene serva l'accortezza di tenere fermo lo smartphone (in questo caso comunque senza cavalletto). La fotografia scattata in modalità Foto, ovvero quella generica, fornisce un'immagine molto "slavata", priva di dettagli e con le alte luci bruciate. La modalità Notte si è rivelata molto efficace: oltre ai maggiori dettagli in generale (viene sicuramente applicato un contrasto elevato), stupisce per certi versi anche il recupero delle alte luci (si noti il neon sopra l'insegna).
Con alcuni programmi particolari, poi, ci si può spingere verso qualche scatto più ricercato. Nella voce "Altro" troviamo per esempio lo scenario Pro (permette di impostare manualmente ISO, tempi, esposizione EV, autofocus e bilanciamento del bianco, senza ovviamente aspettarsi i margini e la resa di una reflex-mirrorless dedicata). HRD e Panorama sono altri due programmi da segnalare, mentre decisamente più frivolo è quello chiamato "Lenti AR", che aggiunge pupazzetti ed effetti vati agli scatti.
Merita però una menzione particolare il programma "Light Painting", che mette a disposizione a sua volta "Scie stellari", "Acqua effetto seta", Graffiti Luminosi" (il "vero" Light Painting) e "Scie luminose urbane"). La foto appena sopra è stata scattata con un cavallettino da pochi Euro con il programma "Acqua effetto seta", con un risultato decisamente più interessante rispetto a quello ottenuto in modalità Foto.
Ecco un esempio di "Scie luminose urbane", sempre con l'aiuto del piccolo cavalletto.
Ancora un esempio di "Acqua effetto seta". Il tempo di scatto non è fisso: attivando il pulsante di scatto la scena si compone nel display, lasciando quindi la libertà all'utente di terminare la posa una volta che l'effetto desiderato è stato raggiunto. Ovviamente è obbligatorio un cavalletto.
Huawei, all'atto della presentazione di P Smart 2019, ha posto molto l'accento sulle ottimizzazioni in fatto di selfie. L'azienda dichiara 8 scene riconoscibili dalla AI, che possiamo ipotizzare essere condizionate dallo sfondo. Siamo riusciti ad attivarne un paio, "Stanza" e "Spiaggia", ottenendo modifiche sensibili rispetto agli scatti senza AI. Al fine di osservare meglio le differenze abbiamo disattivato il bokeh. Nel caso di scatti in interni si nota una saturazione dei colori di ambiente, mentre nel secondo caso la differenza è davvero notevole in fatto di alte luci. Senza AI lo sfondo è chiaramente troppo sovraesposto, mentre con la AI ombre e luci sono decisamente più bilanciate.
In fase di ritratto occorre un po' di attenzione, perché spesso l'effetto Bokeh non è così preciso e tende a strafare, pur essendo questa una caratteristica tipica di moltissimi smartphone, anche di fascia superiore. Si noti ad esempio l'estintore sullo sfondo nell'immagine a sinistra. Meglio controllare bene lo scatto ed eventualmente cambiare posizione.
La funzione Panorama richiede un po' di attenzione, poiché non sempre è precisissima nel mantenere gli orizzonti uniformi. Anche in questo caso basta prestare un po' di attenzione. Ricordiamoci che siamo al cospetto di uno smartphone sotto i 200 Euro, e come tale deve essere giudicato.
Considerazioni finali
Le premesse di questo articolo erano abbastanza chiare, ma meglio ribadirle: può oggi uno smartphone abbastanza economico dare soddisfazioni in campo fotografico, specie se rapportato ai modelli del passato nella stessa fascia di prezzo? Nel caso di Huawei P Smart 2019 la risposta è un lapidario sì. Ovviamente con i distinguo del caso, ovvero non prendere a riferimento gli scatti di un P20 Pro che costa tre volte tanto o addirittura quello delle fotocamere reflex o mirrorless.
La AI permette di colmare moltissime lacune che le fotocamere economiche, giocoforza adottate in telefoni dal prezzo ridotto, hanno sempre mostrato in maniera platealmente evidente. Non solo: se si possiede un minimo di competenza in ambito fotografico, ci sono i margini di portare a casa anche soddisfazioni. Certo, il limite di 8Mpixel sembra lasciare qualche dubbio, ma considerando che le foto non vengono quasi mai stampate e se lo sono finiscono su carta 10x15 o 13x18/19 cm, è un limite più mentale che reale.
L'attenzione al selfie è una caratteristica che ovviamente sarà apprezzata o meno a seconda delle abitudini di scatto che ognuno ha: chi ne fa largo uso sicuramente apprezzerà diverse ottimizzazioni, dopo aver fatto qualche prova per saggiarne le potenzialità.
Le panoramiche richiedono un po' di attenzione, mentre decisamente al di sopra delle aspettative gli scatti in modalità notturna attraverso la scena dedicata e i programmi Light Painting. La qualità media del "punta e scatta", insomma, ha fatto grossi passi in avanti anche in questa fascia di prezzo grazie soprattutto alla AI, considerando che moduli fotocamera e sensori economici non sono poi cambiati di molto rispetto alle precedenti generazioni.