Lenovo C630 WoS fa parte della famiglia dei “Yoga” ma è il primo del suo genere. In che senso? Quella sigla, WoS, sta per Windows on Snapdragon, visto che qui siamo dinanzi al primo esemplare di un notebook con Windows 10 su piattaforma ARM, potenziata appunto da un processore Qualcomm.
Lo chassis in alluminio è uno dei più sottili e le prestazioni sono abbastanza buone per un laptop così piccolo senza il lusso di una ventola di raffreddamento. Tutto grazie al PowerCast di Qualcomm Snapdragon 850che lo alimenta, un chip che promette di ottimizzare al massimo la durata della batteria.
Detto ciò, si tratta di un pacchetto difficile da battere per certi utenti come gli studenti universitari e i produttivi in mobilità, che necessitano di qualcosa di veloce ma anche estremamente portatile.
Lo Yoga C630 è costruito in alluminio e magnesio, con superfici pulite e uno stile sobrio che è allo stesso tempo professionale e attraente. Con un peso di 1,204 kg, il C630 ha uno spessore di soli 8 mm, uno dei notebook più sottili attualmente sul mercato. L’intera unità di base è anche rivestita con una vernice soft-touch unica, un approccio che migliora la sensazione (e aderenza) e aiuta a mitigare il freddo a volte rigido del metallo.
Nonostante la sua leggerezza, lo Yoga è solido e stabile, soprattutto quando si poggia su una superficie dura. Ciò è dovuto in parte ai suoi lunghi piedini in gomma orizzontali, che coprono entrambi la larghezza della parte inferiore del dispositivo. Anche il display è ben protetto, le cerniere svolgono un ottimo lavoro nel sopprimere le vibrazioni durante l’uso che, ricordiamo, prevede una rotazione fino a 360 gradi, per trasformare il laptop in un tablet o passare alle ormai familiari modalità Tent o Stand. Con l’inclusione della Lenovo Active Pen, entrambe le modalità tornano utili, in un ambito scolastico.
Il grande sacrificio richiesto dal design è quello delle porte. Oltre alla Nano SIM, tutto ciò che rimane è il jack audio da 3,5 mm e due porte USB Type-C, entrambe in grado di supportare le velocità basiche. Qualunque esigenza in più richiederà un adattatore, che Lenovo vende.
Grazie al modem LTE Snapdragon X20 integrato, lo Yoga C630 non richiede una connessione Wi-Fi (o un hotspot) per navigare su internet. Il modem può raggiungere velocità di download fino a 1,2 Gbps ed è fino al 70% più veloce in aree con condizioni di segnale cellulare LTE debole. Tutte le configurazioni di Yoga C630 includono il modem 4G, integrato nel chipset Qualcomm. Naturalmente, abbiamo a bordo anche il Wi-Fi tradizionale. L’adattatore interno è un 802.11ac 2×2 dual-band, capace di connettersi al Bluetooth 4.2 e di raggiungere velocità massime di 867 Mbps, supportando le tipiche funzioni WLAN, come MU-MIMO e larghezze di canale 20/40/80 MHz.
La competenza acquisita da Lenovo nel segmento delle periferiche di input trova il suo completamente sulla tastiera del C630 WoS. Per quanto riguarda la tastiera, le superfici dei tasti sono più grandi del normale, lisce e comode al tatto. Il touchpad Elan da 105 x 69 mm utilizza driver Microsoft Precision ed è reattivo come ci si aspetterebbe.
Yoga C630 di Lenovo è un altro passo in avanti verso Windows su ARM, come opzione pratica, ma non priva di dubbi circa l’usabilità. Con app ottimizzate per lo Snapdragon, la resa è piuttosto veloce e priva di tentennamenti, ma tutto il resto tende a girare notevolmente più lento delle controparti Intel. Il numero delle porte è limitato e non vi può essere aggiornamento hardware, data la natura monolitica dei componenti interni.
Infine, una piccola lamentela è lo storage, che, sebbene più veloce di un hard disk o di un eMMC, non è paragonabile alla maggior parte degli SSD moderni. Tuttavia, ci sono anche molti punti interessanti e alcuni di essi sono importanti per chi necessita di un prodotto specifico, con tempi di sospensione e riattivazione praticamente assenti e la funzionalità di Always On, che lo rende quasi uno smartphone, sempre connesso e sempre in aggiornamento, pure in assenza di Wi-Fi. Il prezzo in Italia non è ancora noto. Nel Regno Unito costa 929 sterline, circa 1.036 euro, mentre negli USA si parte dall’equivalente di 595 dollari, decisamente meglio.
Quando si tratta di versatilità, c’è sempre la solita scelta: laptop o tablet? Il laptop 2 in 1, il convertibile, nella maggior parte dei casi risulta scomodo e ingombrante da utilizzare in modalità tablet. E non è un laptop eccezionale. Yoga C630 di Lenovo, in versione Windows on Snapdragon, tocca tutti i punti che renderebbero un laptop eccezionale, ma si dimostra un campione solo in alcuni ambiti.
A partire dal peso: equalmente distribuito su tutta la superficie della base, lasciando pochissimo peso sul display. Questo significa che in modalità tablet è facile tenerlo in mano anche con una sola mano a supporto, mentre in modalità laptop il display rimane saldo nella stessa posizione ma risulta comunque semplice modificarne l’inclinazione.
La tastiera è leggermente differente da quella di un normale laptop: forse è solo una caratteristica della versione con layout UK (quella sull’unità in prova), ma durante il test si è notata una certa curva di apprendimento, che risiede nel fatto che tutte le lettere hanno dei tasti relativamente piccoli e piuttosto distanziati tra loro. La corsa è relativamente corta, ma non come sui nuovi MacBook: la scrittura risulta veloce, ma il ticchettio dei tasti non è così intenso.
Come funzioni alternative ai tasti da F1 a F12 (tenendo premuto il tasto Fn), ci sono tasti molto utili, tra cui: avvio del browser, modalità aereo, blocco computer e proiezione su schermo esterno. La grande mancanza, in tutto questo, è sicuramente la retroilluminazione dei tasti: sebbene la luminosità dello schermo sia piuttosto elevata, di notte risulta difficile scrivere senza un minimo di luce artificiale a supporto.
Il trackpad è solo sufficiente: nonostante lo schermo sia touchscreen (e quindi ‘toccabile’ nell’intero), il trackpad risulta molto piccolo e poco adatto a gesture a 3 e 4 dita.
Una ottima aggiunta all’offerta del laptop è la Lenovo Yoga Pen: ricaricabile con pile AAA, l’autonomia è longeva (non si è scaricata dopo tre settimane di utilizzo), ha due tasti: il superiore, per puntare, l’inferiore, per azioni speciali, come l’attivazione veloce della gomma da cancellare in OneNote. Il pennino è molto versatile, ma è pensato per un utilizzo blando: la precisione non è tale da cliccare su icone piccole, ma è reattiva. Ci si sarebbe aspettato, come in altri modelli, un gancio di plastica da inserire in una porta USB che tenesse saldo il pennino.
La cerniera è solida, così come tutta la scocca, nonostante sia in plastica. Sopporta molteplici piegature anche consecutive, senza mai cigolare: a scricchiolare, però, è la base, che risente talvolta delle numerose battiture sulla tastiera e del peso dei polsi.
Gli speaker sono potenti, ma ereditano lo scarso bilanciamento degli Yoga: tanti alti, medi bilanciati ma pochi bassi.
Per capire appieno come usare Yoga C630 WoS, è però necessario fare una distinzione fortemente vincolante: l’unità di prova è stata testata prima con preinstallato Windows 10 S, poi con Windows 10. Il risultato è stato estremamente differente.
Windows 10 S è la versione di Windows che maggiormente trae beneficio dalle ottimizzazzioni di Qualcomm, a discapito delle prestazioni. Pochi surriscaldamenti (praticamente inesistenti) ed autonomia impressionate: in una sola carica fino a 12 ore con utilizzo solo con navigazione web, fino a 9 ore con riproduzione video. Il tutto con rete dati cellulare attiva, con SIM 4G in roaming, bluetooth, GPS attivo e luminosità al 50%.
Le prestazioni, però, sono solo discrete: ovviamente, la riproduzione musicale tramite iTunes o Spotify, associata ad un paio di app di messaggistica come Whatsapp e Telegram, con l’aggiunta di 2-3 tab di Chrome o Brave aperte, è totalmente sostenibile, anzi, il caso d’uso perfetto.
Ma quando le tab di Chrome/Brave diventano 20-30, distribuite su più finestre, la fatica si sente: anche solo la scrittura lamenta lag di 1-2 secondi.
Se con Windows 10 S si ha un compromesso in termini di prestazioni per arrivare a livelli di autonomia che più del 90% dei laptop in circolazione non raggiunge, con Windows 10 la situazione si ribalta: l’autonomia diminuisce drasticamente (non si raggiungono più di 6 ore con utilizzo misto) ma le prestazioni aumentano di una misura simile: i lag diminuiscono, la gestione di alto numero di tab su Chrome o Brave è fluida e non si riscontrano rallentamenti nella scrittura.
In entrambi i casi, il processore Qualcomm si dimostra un alleato nella gestione dinamica della memoria e nell’ottimizzazione dei processi per una buona (se non ottima) autonomia, ma pecca in ciò che non può controllare: la compatibilità.
Infatti, sebbene la maggior parte delle app supporti l’architettura ARM, ci sono delle eccezioni, non di poco conto: tra tutte, iCloud di Apple, che non è possibile installare né in versione Windows 10, ne in S mode.
In generale, Lenovo C630 WoS dimostra che un laptop basato su CPU con architettura ARM può funzionare, e può competere in termini di autonomia con i più blasonati tablet, iPad su tutti. Ma non in termini di prestazioni: perlomeno non fino a quando l’ecosistema di app non si adegua alle nuove esigenze.