Tutti ne parlano, tutti lo vogliono, ma davvero il nuovo iPad Pro 12,9″ è così sensazionale? Per noi è certamente il miglior tablet oggi possibile, ma attenzione a non scambiarlo per quello che non è.
La recensione del nuovo iPad Pro 2018 da 12,9″ è una di quelle cose che ci capita ogni anno e che ogni anno propone una bella sfida. Questo dispositivo, fin da quando ci abbiamo messo le mani per la prima volta, ci interroga con domande non semplici cui rispondere (quanto è utile per la quotidianità? È potente a sufficienza? È troppo grande o troppo piccolo?) cui, da quando Apple ha cominciato a sfornare gli iPad Pro proponendoli come sostituiti di un computer portatile, si aggiunge quella cruciale: è un tablet che può essere davvero una alternativa ad un laptop?
Oltre a ciò un iPad Pro come il modello da 12,9″ era e resta un dispositivo che si rivolge al mondo professionale con tutto quel che questo comporta in termini di potenziale in fatto di adattabilità e di opzioni di utilizzo. E ora, con 1 TB di memoria e un prezzo nelle configurazione più potente che supera abbondantemente i duemila euro, va assolutamente messo in conto il rapporto tra costi, funzioni e benefici che offre.
Per provare a fare il nostro dovere e rispondere a queste e (speriamo) molte altre domande, abbiamo smesso di… farci domande e imbracciato l’iPad Pro di ultima generazione per sfruttatarlo a fondo, dall’uso sulla scrivania assieme alla nuova Apple Pencil 2 al suo trasporto in borsa e in braccio in giro per Milano, in un ambito scolastico e pure in salotto.
Propedeutica alla recensione di iPad Pro 2018: unpacking
L’apertura della confezione mostra il solito stile Apple, minimalista ma preciso nell’inverosimile: per togliere le varie plastiche basta seguire le evidenti frecce di apertura, che aprono le confezioni e mettono l’utente in grado di eseguire un compiti banale ma che può nascondere insidie, perché la diversità dei pesi può far scivolare l’iPad e provocare danni facilmente immaginabili. Invece tutto appare semplice ed intuitivo e dopo aver collegato l’iPad al computer, tramite iTunes usando il cavo USB-C in dotazione abbiamo riversato il backup del nostro iPad e in circa un quarto d’ora eravamo operativi.
La diversità tra il cavo Lightning, che sparisce per la prima volta dai dispositivi Apple, e quello USB-C si sente fin da subito: già dalla sincronizzazione tutto appare e più scattante, sia per la velocità di riconoscimento del dispositivo che per la velocità di trasmissione, decisamente migliore.
Fattore di forma ed ergonomia
Mentre trascorreva il menzionato quarto d’ora per il riversamento del back up, abbiamo osservato con attenzione il nuovo iPad Pro 2018, girandolo e rigirandolo tra le mani. Se vi capiterà, noterete subito il nuovo design è molto diverso dalla scorsa generazione di iPad Pro; ricorda, per alcuni versi, sia il vecchio iPhone 4/5/SE sia, in parte, la primissima generazione di iPad.
La differenza del design modifica anche il profilo ergonomico. Lo spessore e la forma squadrata dei bordi spingono a maneggiare l’iPad Pro 2018 da 12,9″ in maniera diversa rispetto ad un più classico modello 9,7″. Oltre a ciò sono diversi anche la presa, la manovrabilità e la trasportabilità, ma va detto che ci si abitua in poco tempo. In ogni caso forma e bilanciamento sono ideali e non suscitano incertezze, un altro pregio dello studio del design.
Inutile dire che videocamere e sensori sono prettamente invisibili; serve guardare (molto) bene per trovarli, mentre la fotocamera posteriore, unico elemento in tutto tablet che esce da un flusso lineare perchè sporge di un millimetro, sembra esser lì per offrire un comodo punto di riferimento, in modo che quando raccogliamo l’iPad dal tavolo, grazie alla posizione della fotocamera possiamo capire alla cieca l’esatta posizione di tutti gli altri pulsanti.
Il peso è stata una piacevole sorpresa. Non è leggero in senso assoluto, ovviamente, specie per chi è abituato a tagli inferiori, ma lo è considerata la mole del display, tanto che la prima volta stupisce in quanto la stima che avevamo fatto ad occhio puntava a qualche cosa di decisamente più pesante.
Infine, durante l’utilizzo non abbiamo rilevato mai una variazione sensibile di temperatura: questa affermazione però va misurata nel tempo, in quanto potrebbe essere un aspetto soggettivo, collegato ad alcune App in base alla potenza richiesta e allo stress del multitasking.
Prestazioni
Parlare di prestazioni quando si tratta di iPad è sempre limitativo. La validità effettiva di prove “al banco” come quelle su Geekbench 4, che comunque ci ha stupito perché mostra valori paragonabili a quelli di un MacBook Pro, è secondaria rispetto al disposto combinato di iPad Pro/A12X/iOS12. Insomma la velocità fa molto, ma non tutto, e non singolarmente come freddi numeri.
Il modello da 1 TB che abbiamo provato ha 6GB di RAM che possono sembrare pochi per Mojave e Photoshop, ma qui sono più che sufficienti per operazioni professionali su diverse immagini RAW contemporaneamente, e questo mentre in background un paio di giochi stanno in pausa.
Per la normale attività, anche con le App, secondo noi 4GB di RAM dovrebbero essere più che sufficienti; forse qualche limite potrebbe giungere solo nel contesto della Augmented reality, allo sviluppo e, quando sarà disponibile, alla virtualizzazione di sistemi, una tecnologia che per il momento non è d’attualità per iOS ma sulla quale prima o poi si parlerà.
Ma in ogni caso il punto da sottolineare non sono le specifiche hardware quanto la perfetta combinazione di hardware, software e interfaccia, qualche cosa che lascia solo le briciole ai più diretti concorrenti di iPad Pro che non possono vantare un livello di ottimizzazione e integrazione così alto.
Alla prova con le app
Uno dei punti cardine nella recensione di iPad Pro 2018, come accennato, è sicuramente la verifica della potenza nella pratica quotidiana, un aspetto legato alla pretesa di usarlo per sostituire un PC o un Mac professionale.
Apple durante la presentazione ha puntato su alcune App specifiche; per noi sarebbe stato impossibile provarle di nuovo tutte (in alcuni casi per altro le App ancora non sono di dominio pubblico) ma abbiamo fatto del nostro meglio per fornire a chi ci legge una idea più precisa, anche considerando che con il tempo avremo modo di esaminare questo iPad Pro in ambiti più specifici.
Abbiamo così optato per prodotti abbastanza verticali come Pixelmator per iOS e Affinity Photo per iOS, utilizzando scatti di Michele Discardi eseguiti con una Fujifilm X-T1equipaggiata con obiettivo XF 16–55mm ƒ2.8, qui utilizzati in formato RAW talvolta nativo, talvolta precedentemente convertito in DNG tramite Adobe DNG Converter.
Nel corso dei test non abbiamo mai avvertito rallentamenti di nessun tipo, neppure aprendo più App contemporaneamente, considerando che alcune erano dei giochi messi in background. Von sia Pixelmator che Affinity Photo abbiamo testato le funziono con immagini RAW aperte, anche se resta da valutare attentamente quanto l’elaborazione di queste App sia sul RAW vero e proprio al posto di un JPEG a piena risoluzione, su questo servono più tempo e più test per approfondire.
Lo spazio è (quasi) tutto
Quando, nel 2010, acquistammo il nostro primo iPad con 16GB di memoria, una capacità alla quale siamo rimasti legati per qualche anno, ci sembrava impossibile arrivare in così poco tempo a 1TB capacità che segna questo iPad.
Siamo di fronte ad un dispositivo che ha una memoria 4 volte superiore a quella del nostro MacBook Pro e che ci ha consentito non solo di metterci tutte le App possibili e immaginabili, ma anche una svariata quantità di immagini RAW per provare le potenzialità dei vari programmi, diversi file multimediali come filmati e musica, e di trasformare iPad in in un deposito di backup per le riprese della fotocamera. In più ci abbiamo messo anche dei film in formato MP4 per quando siamo stati in viaggio. Pur con tutto questo non siamo stati minimamente in grado di esaurire lo spazio
In 1TB ci stanno molte cose, potremmo dire anche troppe. In definitiva molte più di quanto chi scrive ha mai pensato di metterci dentro ad un iPad: questo perché al momento da una parte l’iPad Pro è ancora oggi un prodotto per la pura operatività e non di archiviazione e poi perché il backup di tanta roba sarebbe oggettivamente complicato sia in chiave locale che sul Cloud. Però è oggettivamente vero che con uno spazio del genere disponibile cambiano gli scenari: per la quantità di documenti memorizzabili, per le prove che possiamo fare, per le diverse versioni che potremo salvare di un documento, per la possibilità di avere tutte le risorse sempre disponibili anche offline, a beneficio specie per chi fa montaggio video.
Quel maledetto Filesystem che non c’è
L’unica vera e grande perplessità, un limite da sanare, per iPad Pro 2018 riguarda il filesystem e la gestione dei file. Nonostante Apple con iOS 11 abbia introdotto l’app File (qui la nostra guida) che, sostanzialmente fa un po’ le veci del Finder per la localizzazione dei documenti, operativamente parlando, c’è ancora un po’ di strada da fare e con l’introduzione di un sistema da 1 TB i problemi si moltiplicano.
Da una parte si è spinti ad archiviare di tutto, dall’altra accedere a questo “tutto” è macchinoso e richiede una serie di artifici: l’uso di Foto per il passaggio dei file multimediali dal Mac all’iPad o viceversa; le App che vanno sempre scaricate di nuovo se si cambia dispositivo; l’obbligo di passare per iTunes e il cavo USB-C operando in alcuni casi alla cieca quando si vuole caricare un file multimediale da riprodurre con qualche app. AirDrop? È utile, come ben sa chi ci legge, per trasferire qualche documento al volo, non certo per la gestione di un archivio complesso.
In questa ottica la decisione di Apple di non aprire iPad a dischi esterni è a nostro giudizio un errore che deve (e speriamo che lo sia) rivisto assieme a tutto l’impianto di gestione dei documenti. Perché se Apple vuole davvero affermare iPad Pro come una reale alternativa ad un laptop, un prodotto capace di strappare professionisti, grafici, fotografi, architetti al loro portatile in via definitiva, è difficile farlo senza un filesystem e qualche surrogato di un Finder.
Nell’attesa che Apple prenda coscienza di questo fatto (magari già con iOS 13) dopo alcune prove noi abbiamo optato per una soluzione di terze parti, l’eccellente Documents di Readdle che consente, oltre ad una gestione moderna dei documenti, anche il collegamento interno a diversi sistemi Cloud (incluso iCloud e DropBox), dal quale partire per ogni operazione, potendo scegliere i file e condividerli con le altre App (peccato per l’anteprima dei documenti, che con alcuni RAW fa fatica). Non è certo come avere un Filesystem, comunque..
USB-C una porta verso il futuro
L’abbandono (per ora solo sui nuovi modelli, vedremo che cosa succederà in futuro) della connessione Lightning a favore del più universale connettore USB-C è una buona notizia per tutti.
La migrazione iniziata anni fa da USB tradizionale per MacBook Pro è oramai terminata, ora tocca anche i dispositivi mobili e promette miglioramenti sotto tutti i punti di vista. Prima di tutto i trasferimenti da e verso un Mac (via iTunes) sono più veloci, incluso il backup e il ripristino, che noi abbiamo effettuato in circa metà del tempo rispetto a qualche mese fa con il precedente iPad 2018.
La connessione USB-C apre poi anche a tutta una serie di adattatori che sono molto più diffusi e, fattore non secondario, economici rispetto a quelli compatibili con Lightning. Per il collegamento ad una TV 4K ad esempio abbiamo utilizzato il QacQoc GN30H che si è comportato benissimo. Ricordiamo che l’iPad Pro è collegabile anche a un display sino a 5K via cavo USB-C se questo ha un ingresso USB-C/Thunderbolt.
Peccato che, al momento, l’uso di un display esterno sia limitato alle capacità di iOS, e non, come ci sarebbe piaciuto, con modifiche ad hoc per questo hardware: ad esempio solo poche App come Keynote riescono a diversificare i due display mettendo la presentazione su quello esterno e la modalità relatore su quello nativo (poca roba tutto sommato), mentre altre App come iMovie o Rush CC invece propongano solo il mirroring.
Se per l’App di Adobe forse sarà da aspettare un po’, per iMovie ci sarebbe stata bene una modalità estensione: purtroppo anche guardando le Impostazioni, l’unico riferimento al display esterno è nell’allineamento della cromia.
La fotocamera più grande del mondo
Non è un aspetto fondamentale, ma questo iPad ha tre fotocamere, due frontali e una posteriore, e vale la pena esaminarne le caratteristiche, perché pur non essendo un iPhone, svolgono un ruolo importante.
La fotocamera posteriore offre una risoluzione di 12-megapixel con f/1.8, capace di registrare video 4K a 30 fps o 60 fps, HD (1080p) a 30 fps o 60 fps oppure HD (720p) a 30 fps, Video in slow-motion (1080p a 120 fps; 720p a 240 fps) e Video Time-lapse con stabilizzazione a 1080p e 720p.
Sostanzialmente siamo lontani dai picchi degli ultimi iPhone 2018, e la fotocamera (singola) si attesta ad un gradino appena inferiore a iPhone 8: difficile infatti pensare a questo iPad come una macchina fotografica, sarebbe quantomeno scomodo, ma potrebbe essere utile sia per l’uso in ambiente lavorativo (per appunti, scatti al volo, bozze, documentale) sia in ambito progettazione Augmented reality, laddove la fotocamera posteriore serve a riprendere un piano sul quale poi “far vivere” le opere digitali in tempo reale e in 3D.
Le fotocamere frontali (una sul lato lungo e una su quello corto) invece sono un bel passo in avanti nel settore (in particolare se paragonate a quella di iPad): 7-megapixel, registrazione video sino a 1080p e 3D imaging con supporto Face ID, Animoji, and Memoji.
Non poteva essere altrimenti, perché è proprio dalle fotocamere frontali che passa lo sblocco dell’iPad Pro 2018 (attraverso Face ID, come vedremo tra poco): la possibilità di usare Animoji, and Memoji è gradita, anche se non essenziale considerato il taglio del prodotto.
Più che altro, grazie all’audio stereo di qualità questo prodotto è ottimo per video-chat in qualsiasi ambito, da quello privato a quello business, in particolare per chi si trova a dover eseguire delle lezioni online a distanza, o una dimostrazione al cliente, per le quali non sono sufficienti la propria faccia ma anche qualità video per riconoscere l’ambiente circostante e dimostrazioni live.
Face ID
Il passaggio a Face ID è uno dei segni distintivi di questa versione di iPad Pro. E non tanto perché sparisce il tasto Home, ma perché permette l’eliminazione del bordo dello schermo. È proprio grazie alla eliminazione del tasto fisico/capacitivo che iPad Pro 12,9″ ha l’aspetto che ha, se presenta uno schermo delle dimensioni attuali e possiede una impronta fisica inferiore rispetto ai modelli precedenti. La lezione deriva a quanto Apple ha fatto con iPhone X e nuovi iPhone 2018.
Nel caso dell’iPad però Apple ha dovuto superare difficoltà ergonomiche. L’impugnatura di un iPad è diversa, in particolare il modello che abbiamo recensito, il cui display è molto largo. La maggior parte di chi lo usa lo utilizza in orizzontale, ma non è raro girarlo in verticale, con un mix che rende impossibile pretendere, come accade per iPhone X, XS e XR che Face ID operi unicamente nella modalità ritratto. Di qui la possibilità per iPad Pro 12,9″ del 2018 di avere un Face ID che opera in tutte e due gli orientamenti: verticale e orizzontale, anche se durante la fase di prima installazione, la configurazione del Face ID deve essere effettuata con iPad Pro in verticale.
La nostra esperienza su Face ID è molto positiva. Il riconoscimento è veloce, quasi istantaneo e lo sblocco è molto naturale. Ad ogni modo, resta valida la via del codice da digitare se Face ID non dovesse funzionare.
Semmai possiamo discutere il fatto che inizialmente, sparito il tasto home, si percepisce qualche disagio per la necessità di ricorrere alle gesture, ma è più una questione di abitudine che altro.
Non ci è piaciuto invece il sistema adottato per l’acquisto su App Store, dove bisogna cliccare due volte sul pulsante di spegnimento per avviare il processo di acquisto, che si conclude poi appunto con Face ID. Nonostante questa modalità sia in uso su iPhone dal lancio di iPhone X, resta poco intuitiva e con iPad pure scomodo, specie se l’usiamo con una custodia. A nostro giudizio sarebbe stato molto meglio optare per una via del tutto software, come nel caso dei vecchi iPad privi di Face ID e Touch ID.
Accessori
Apple Pencil 2
La nuova Apple Pencil 2 è molto bella, un passo avanti deciso rispetto al vecchio design e anche una serie di problemi risolti, tra tutti quello del poco elegante utilizzo del connettore Lightning per pairing e carica. Ora tutte e due le funzioni avvengono praticamente in automatico ponendo la penna sopra la parte magnetica posta nel bordo di iPad (che mostra per un secondo il livello di carica). Ne tengono conto anche Smart Keyboard Folio e la Smart Folio che lasciano aperto proprio quel lato, dove è possibile alloggiare la penna quando non in uso (anche a custodia chiusa)
Se possiamo segnalare un problema che abbiamo percepito è nell’assenza di un indicatore sulla penna che fornisse in qualche modo un feedback visivo sulla sua carica senza per questo doverla appoggiare all’iPad.
Il funzionamento è impeccabile e, in tutta onestà, quanto ci si aspettava da un prodotto del genere: istantaneo e del tutto naturale. A parte infatti le pure prestazioni che possono essere, o diventare, con il tempo minori o maggiori di altri device che appariranno sul mercato, la sensazione migliore è data dal senso di immediatezza: Apple Pencil 2 è una penna in tutto e per tutto, non lo è solo nel nome.
Nonostante l’ottimo feeling, la sensazione è che la Apple Pencil 2 abbia ancora un enorme potenziale. Già da oggi il doppio tap laterale può attivare alcune funzioni, spesso decise dalle preferenze del software (come regolare lo zoom, ad esempio, ma è possibile applicare funzioni diverse), ma è probabile che lavorando su iOS 12 si potrebbe fare molto di più come ad esempio la possibilità di abilitare alcune gesture o movimenti anche partendo dalla schermata Home, quindi direttamente sul sistema operativo. Ma questo al momento non è possibile: quando le App sono chiuse, la penna si comporta né più né meno come un dito.
Smart Keyboard Folio
Data la giovane età degli iPad Pro la presenza di accessori compatibili non è ampia, anche se siamo sicuri lo diventerà in futuro.
Noi abbiamo provato la nuova Smart Keyboard Folio e la Smart Folio, entrambe pensate per proteggere l’ampio display durante i viaggi ma anche per fornire una base d’appoggio quando il dispositivo viene messo in verticale.
In entrambi i casi abbiamo notato grande solidità costruttiva e cura per i materiali: in particolare, Smart Keyboard Folio offre probabilmente oggi l’eccellenza nel genere sia per quanto riguarda la protezione (molto simile a Smart Folio) sia per l’uso dei tasti, la cui dimensione è paragonabile a quella di una Magic Keyboard per Mac (a parte la forma arrotondata al posto di quadrata).
Per renderla perfetta sarebbe stata opportuna la presenza di un tasto Home. Grazie ad essa si sarebbe evitata almeno parzialmente, la gesture Multitasking per tutte le App e per tornare alla Home.
Niente più jack cuffie
Ricordiamo che non è incluso nella confezione di iPad Pro 2018, ma è acquistabile a parte, l’adattatore USB-C/jack per l’uso delle cuffie a filo, dato che l’oramai vecchio connettore audio è sparito anche dalla serie Pro di iPad. Questo accessorio si compra a parte ad un prezzo contenuto: 10 euro, non così esorbitante. Con ogni probabilità tornerà utile anche per gli iPhone 2019. E’ da verificare la sua compatibilità con smartphone di terze parti e pure per chi ha un Mac con USB-C e vuole una uscita cuffia aggiuntiva. Bisogna anche capire se sarà possibile per i produttori di terze parti fare lo stesso accessorio, magari a prezzi più bassi.
Conclusioni
Il giudizio finale su iPad Pro 2018 12.9″ non può che essere positivo. Si tratta ovviamente del migliore iPad che abbiamo potuto provare, di quello più potente, del più capiente (di gran lunga in questo caso) e, inevitabilmente, anche del più bello. Ma questo è del tutto normale visto che parliamo di un passaggio generazionale.
Il miglior tablet possibile
iPad Pro 2018 da 12,9″ aumenta anche il gap con tutto quello che abbiamo oggi in commercio. Il suo hardware è talmente evoluto da non essere paragonabile a null’altro in commercio. Su questa tipologia di dispositivi, dopo la caccia al “ci sono anche io” degli anni scorsi quando i tablet sembravano un prodotto irrinunciabile, ormai solo Apple sembra investire seriamente e con metodo. Tutto il resto del mondo si barcamena. Forse solo il Surface Book 2 di Microsoft può essere considerato in qualche modo un concorrente, anche se ci sono molti “se” e molti “ma “dovuti soprattutto alla fortissima integrazione di iPad Pro con iOS 12. Questo aspetto infatti dovrebbe renderlo più vicino ad Android che ad un dispositivo Windows, ma Android in questo settore viene ridicolizzato da Apple. In pratica iPad Pro 2018 da 12,9″ è il miglior tablet oggi possibile. Certamente lo è dal punto di vista hardware; dal punto di vista software non c’è di meglio in circolazione, anche se alcune scelte sono a nostro giudizio discutibili nell’ottica in cui Apple ha collocato questo dispositivo.
Un prodotto Pro
Si tratta infatti indiscutibilmente di un prodotto rivolto al mondo professionale. Da questo punto di vista ci è sembrato poco realistico l’accostamento alla XBox di Microsoft, quasi come se stessimo parlando di un prodotto per famiglie. L’acquisto di un iPad Procome quello che abbiamo provato da parte di un utente privato per giocarci o usarlo per il tempo libero ci sembra uno scenario completamente irrealistico. Il vantaggio che si otterrebbe rispetto ad un iPad Pro da 10,5″, ben più abbordabile ma comunque potente, non avrebbe un riflesso nella quotidianità e neppure un senso rispetto al costo da impegnare.
Dal punto di vista professionale, come abbiamo detto già volte, iPad Pro 2018 12,9″ ha potenza da vendere e moltissimi assi da calare: stile, dimensioni, fattore ergonomics. Per determinati ambiti, specialmente abbinato ad una Apple Pencil e magari una Smart Keyboard è in grado di liberare creatività e trasformare il modo di lavorare di grafici, designer, artisti, architetti. È l’unico prodotto di questo tipo ed è l’unico capace di offrire soluzioni pronte su applicazioni stabili ed intuitive che si adattano a quegli stessi professionisti che vogliono un display grande per lavorare, che si lasci usare con una mano sola ovunque, senza problemi di configurazione, capace di funzione sempre e comunque.
Un tablet non un computer
Ma se pensate che iPad Pro, nonostante tutto e nonostante quel che Apple afferma, possa sostituire del tutto un computer dovete togliervi l’illusione, almeno per oggi. iPad Pro per ora non è un Mac, mostra ancora limiti palesi con alcuni software (di sviluppo, di gestione, di impaginazione, di progettazione 3D, di virtualizzazione giusto per citare i primi che ci vengono in mente), in più è carente per alcune funzioni che un professionista potrebbe desiderare, come l’accesso diretto ai file sia in locale che su dischi esterni, per non parlare di un sistema di input come un mouse e una trackpad
Per capire se iPad Pro con non troppe (ma indispensabili e filosoficamente impegnative dal punto di vista di Apple) modifiche, relegherà alla storia i MacBook Pro oppure se, come possibile, sarà il progenitore di un prodotto che darà il “la” ad un nuovo mondo, costituendo la base del vero erede del computer per professionisti, un computer che non avrà il volto di questo iPad né quello di un laptop, sarà necessario attendere diversi mesi o forse anni ancora. Prima Apple dovrà fare i compiti a casa.
Ma già da oggi conta su un talento indiscutibile quello che porta stampato nel suo DNA l’iPad Pro 2018, talento che già da oggi permette di iscrivere di diritto questo dispositivo tra quelli che faranno la storia del mobile e di proporsi sul mercato come un prodotto che in alcuni casi un soluzione più che ideale, unica.
Pro:
• Potente e grande, ma resta trasportabile
• La porta USB-C è un bel guadagno
• Apple Pencil 2 è una delizia
Contro:
• Un prezzo che non è per tutti
• Dov’è il Filesystem?
• Non si possono usare volumi esterni via USB-C
Prezzo: a partire da 1.119,00 sino a 2.119,00 Euro in base alla configurazione
Prezzo e disponibilità
iPad Pro da 12,9 è disponibile nelle colorazioni Argento e Grigio siderale con tagli da 64, 256, 512GB e 1TB con dotazione hardware identica ma con 4GB di RAM per tutti i modelli ad eccezione di quello da 1TB con 6GB di RAM.
Per tutti i modelli iPad Pro 2018 è disponibile la versione solo Wi-Fi che Wi-Fi + Cellular con anche connessione 4G con prezzi a partire da 1.119,00 sino a 2.119,00 Euro Iva inclusa.
Caratteristiche e colori identici anche nel modello più piccolo da 11″, mentre resta a listino il modello precedente, iPad Pro da 10,5″.